Tatuaggi e salute
I tatuaggi sono una maniplolazione pittorica del corpo uomo, effettuata dalla notte dei tempi per finalità rituali, terepeutiche e decorative. I tatuaggi si ottengono tramite incisioni sulla pelle, ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari o tramite punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. L’uso dei tatuaggi risale alla notte dei tempi ed presente in molte culture del passato con tutti i significati indicati. In antichità prevaleva però certamente il significato rituale e terapeutico della pratica, mentre in tempi moderni prevale la decorazione l’estetica e l’appartenza ad un clan di riferimento. La perdita di cultura e conoscenza dilaga e incide anche in questa pratica. Il tatuaggio assume però un significato per l’immagine rappresentata, il luogo corporale nel quale è applica, le sostanze utilizzate e sopratutto la non reversibilità. Il tatuaggio con finalità medica che in passato era prevalente oggi residua come semplice trattamento di medicina estetica con lo scopo di ripristinare l’aspetto di una cute sana o come complemento agli interventi di chirurgia ricostruttiva.
Secondo una indagine dell’istituto superiore di sanità pubblicata nel settembre 2015 gli italiani portatori di tatutaggio sarebbero quasi sette milioni di persone. Tra questi solo 350,000 sono con finalità connesse alla medicina estetica. La grande maggioranza di coloro che si fanno applicare un tatuaggio lo fanno per il piacere di portarlo come se fosse un indumento e una seconda parte rilevante attribuisce al tatuaggio un significato di appartenenza ad un clan di riferimento. Nella notte dei tempi si è invece dispersa la possibilità di usare il tatutaggio con finalità mediche non connesse alla medicina estetica. Il tatuaggio sviluppa fenomeni suggestivi o placebo, ma non solo quelli. Il processo cicatriziale posto in essere modifica la conduttibilità eletrrica su distretti della cute, che non sarebbe sensato ritenere privi di possibili interferenze con la salute. Secondo uno studio della Langone University di New York pubblicato da Contact Dermatitis, il 10% di coloro che si fanno un tatuaggio ha una reazione avversa dal semplice eritema a infezioni o reazioni allergiche. La ricerca è stata condotta su 300 persone fermate a caso nel Central Park di New York. Secondo uno studio tedesco pubblicato su Lancet il 5% dei tatuaggi genera un’infezione.
Queste studi citano però possibili danni o effetti collaterali dei tatuaggi, mentre possibili effetti teraputici non sono sufficientemente indagati. La manipolazione del corpo umano tramite il tatuaggio può sviluppare effetti maggiori che la semplice decorazione e non solo per suggestione. Una tatuaggio interferisce con la conduzione elettrica dei tessuti sul quale è applicato e le sostanze introdotte sono altrettanto possibili interferenti con la salute del soggetto. Mentre i colori adottati sono studiati per garantire la tollerabilità biologica, poco si è indagato sulla possibilità di usare la tecnica per veicolare sostanze medicamentose al corpo. Altro possibile filone di indagine è il luogo del corpo sul quale si applica il tautaggio. Il sistema dei meridiani di agopuntura utilizzato per stabilire protocolli di terapia agopunturale in svariate malattie, potrebbe essere un riferimento per studi sull’argomento. Certamente visto il numero di persone che già hanno un tatuaggio e quelle che lo faranno fare in futuro, sarebbe auspicabile colmare un ovvio deficit di conoscenza per comprendere se e come utilizzare in futuro tatuaggi come uno strumento utilizzabile in terapia.