Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 5 pag. 156
Per questo una guarigione per essere completa deve necessariamente coinvolgere oltre la rimozione sintomatologia anche il ripristino del corrispondente benessere emozionale. Nella medicina specialistica e nei nostri ospedali questo problema non viene valutato sufficientemente, ma è non di meno eminente. Infatti dato che i tessuti tramite i quali si esprime una sequenza di eventi clinici, coinvolgono specializzazioni mediche diverse, spesso la migrazione iatrogena della lesione di tessuto in tessuto non viene affatto percepita.
Per esempio se si tratta un paziente affetto da colelitiasi con la sola asportazione della colecisti senza osservare contemporaneamente il sistema delle Orbite Funzionali e ancor meno i Campi Emozionali relativi, il paziente “guarisce” effettivamente con una certa probabilità a livello colecisti. Questo significa nell’esempio che non avrà più coliche. A distanza di tempo però la sua eventuale ipercollera non trovando il tessuto biologico corrispondente, la colecisti, può produrre per esempio una patologia oculistica allocando il disturbo nella stessa Orbita Funzionale, ma su un altro tessuto. A quel punto il malato entra in trattamento oculistico e il nostro sistema medico specialistico non ha percezione alcuna del possibile legame tra gli eventi.
La Medicina Convenzionale ha meriti immensi, ma ha di fatto separato il compito di curare il malato in settori di competenza diversi. Questa separazione ha un sicuro beneficio nella possibilità di esprimere supercompetenze specialistiche. Purtroppo questa impostazione porta con sé il paradosso di concepire poi il malato stesso come un portatore di settori diversi per possibili terapie. La fisiologia però non prevede settori isolati da processi di regolazione e interazione.
Questo modello scientifico oltre ad essere limitato, è purtroppo portatore di una visione difettosa della evoluzione e dei legami esistenti nella sequenza di eventi clinici espressa dal paziente. Pertanto quando un malato di colecisti, trattato esclusivamente sul piano chirurgico, successivamente ammala eventualmente di una patologia oculistica, il nostro sistema medico lo percepisce guarito della prima patologica e solo casualmente affetto dalla seconda.
La MTC ci offre un prezioso angolo di visuale. Non si vuole ne sminuire ne cestinare le enormi conoscenze della Medicina Convenzionale. Senza l’impostazione metodologica della Medicina Convenzionale non sarebbero stati possibili gli enormi progressi tecnologici di cui è depositaria. Nulla vieta però di integrare l’approccio Analisi Causale con quello della Sintesi Induttiva.
Si tratta di riaffermare l’osservazione della organizzazione ritmica della vita. La scienza d’altro canto conosce e studia da anni i ritmi biologici. Ma queste conoscenze stentano a diventare operative in clinica e in terapia. L’uomo è costituito e costituisce sistemi ritmici aperti. Tutto è in un rapporto di scambio continuo e implicante fine processi di regolazione.