La mente aiuta a rimanere in salute
La sollecitazione della mente con impegni consente lucidità e dunque maggiore salute fino a tarda età, contribuendo alla defininizione del termine eustress. La mente è in grado di interferire in modo significativo nel mantenimento della salute, nella prevenzione della malattia e nella terapia. Secondo uno studio dell’Università del Texas su 300 le persone che sono impegnate mentalmente hanno più probabilità di avere un cervello in salute anche in tarda età. Tali soggetti avrebbero menti più nitide e ricordi migliori e maggiore salute. Lo studio scopre l’acqua calda, ma ha il pregio di essere accademico e pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience. Dai risultati e’ emerso che indipendentemente dagli anni e dall’istruzione, uno stile di vita ricco di impegni comportava un mente sana e di conseguenza anche una salute migliore.
Le persone occupate elaboravano le informazioni in modo più rapido e avevano memoria, ragionamento e vocabolario superiore rispetto a quelle che erano meno impegnate. L’ eustress, oggetto dello studio indicato, rappresenta quantità e qualità corrette della sollecitazione mentale, emotiva e fisica necessaria a vivere bene, prevenire malattia o recuperare salute. Nonostante gli studi dimostrino quanto necessario sia un cambio di paradigma, la terapia resta pregiudizialmente legata alla sommnistrazione di chimica e non consente se non marginalmente di sfruttare le immense possibilità della mente. Senza eustress non c’è solida salute, il problema resta come inserire questa affermazione tanto banale quanto ignorata nei protocolli di trattamento previsti per le malattie.
L’eustress definisce per ogni persona quell’impegno della mente, dei campi emozionale e del corpo che favorisce la sua omeostasi. La mente in caso di malattia, dovrebbe essere di primario interesse per la salute. Al termine di eustress, si contrappone il distress che rappresenta l’aspetto negativo dello stress. Cosi come l’eustress favorisce salute è altrettanto noto che il distress è causa nota di malattia ed è preceduto da sintomi tra i quali sono più comuni:
- insonnia,
- ansia,
- disturbi digestivi,
- alterazioni dell’appetito,
- dolori,
- infiammazioni croniche,
- alterazione della risposta immunitaria
Si tratta solo di alcuni esempi, perché i sintomi espressi possono essere ben più numerosi. Preoccupazioni, conflitti sospesi, scarso riposo, alimenti spazzatura e ambiente contaminato da chimica sono le cause principali che provocano in ogni individuo uno stress della mente eccessivo. A parte le complesse reazioni fisiche e emozionali, il volto è la parte del corpo che lo testimonia e lo rende almeno percepibile. La mimica attraverso l’espressione e la comunicazione non verbale evidenzia l’ esposizione a stress eccessivo. La corretta terapia delle malattie dovrebbe disporre di strumenti per indagare l’eustress o il distress di ogni paziente per impegnare la sua mente nel processo di guarigione invece di ignorarla. Basta osservare come sono trattati i malatti negli ospedali e nel servizio sanitario per comprendere come il disimpegno della mente del paziente al proprio processo di guarigione non sia solo una omissione, ma un grave problema. Difficile guarire in un contesto in cui il malato è passivo, la terapia prevalentemente chimica e in molti casi un distress ulteriore a quello presistente. Pertanto è necessario concepire altre figure professionali nel trattamento del malato che siano in grado prima di comprendere e successivamente promuovere l’eustress al fine di impegnare la mente del malato nel processo di guarigione.