Imidazolidinyl urea – Difendersi dalla chimica
L’ imidazolidinyl urea è uno dei conservanti più utilizzati, ma altrettanto discusso come cancerogeno. Durante la sua azione conservante, rilascia formaldeide ai prodotti che la contengono. Imidazolidinyl urea è una sostanza di sintesi derivante da allantoina e formaldeide, è idrosolubile e agisce su muffe, lieviti, batteri. L’ imidazolidinyl urea è efficiente anche a piccole concentrazioni e viene impiegata soprattutto nelle formulazioni cosmetiche liquide come i detergenti causando sensibilizzazioni, dermatiti e allergie cutanee soprattutto nelle pelli sensibili. L’ industria chimica per contenere il danno cerca di usare imidazolidinyl urea nelle formulazioni a risciacquo in modo che il prodotto detergente non permanga a lungo sull’epidermide. L’ imidazolidinyl urea è da tempo considerata cancerogena proprio per la sua liberazione di formaldeide. La legge italiana del 1986 che regola la produzione e la commercializzazione dei prodotti cosmetici consente l’uso di imidazolidinyl urea come conservante ad una concentrazione massima dello 0,2% nei prodotti cosmetici e dello 0,1% nei prodotti per l’igiene orale; vietata nei prodotti topici per aerosol. Questi venivano considerati limiti sicuri di utilizzo (non al 100%) per quanto riguarda il rilascio di formaldeide che è indiscutibile.
Ovviamente la legge obbliga i formulatori a rispettare questo limite di impiego considerando la sommatoria di tutte e sostanze impiegate nella formulazione catalogate come cessori di formaldeide con conseguente indicazione sull’etichetta – contiene formaldeide – in tutti i prodotti che la contengono ad una concentrazione che supera lo 0,05%. Una deroga con conseguente problematica è stata la questione degli smalti, soprattutto quelli indurenti, che prevedono una concentrazione decisamente più alta di questa sostanza, in questi prodotti può essere impiegata alla concentrazione del 5% perché il suo impiego non è quello di conservante ma di indurente, è stato apposto l’obbligo dell’indicazione sull’etichetta del prodotto della frase – proteggere le pellicine con una sostanza grassa – e – contiene formaldeide – . La problematica fondamentale non riguarda le produzioni italiane ed europee, sottoposte a controlli costanti, ma riguarda tutti i prodotti importati soprattutto dai paesi extra EU, soprattutto la Cina, dove le normative inerenti queste sostanze non sono altrettanto severe.
La formaldeide è un potente antibatterico, sterilizza qualsiasi forma di microrganismo, viene infatti impiegata dagli impagliatori di animali la usano per conservare le salme di animali. Nei prodotti cosmetici viene impiegata per garantire la conservazione dei materiali organici impegnati nella formulazione, l’ imidazolidinyl urea nel prodotto decomponendosi rilascia appunto formaldeide che conserva il prodotto integro nel tempo. La formaldeide viene impiegata in tantissimi settori industriali, persino in quello alimentare dove viene impiegata per conservare formaggi, pesci, cibi essiccati (identificabile con la sigla E 240). Un largo uso ne viene fatto nella produzione di materie plastiche e resine, carta, fertilizzanti, lattice. Non dimentichiamo l’uso che ne fa l’industria del mobile. Anche se l’uso cosmetico ne prevede basse concentrazioni, l ‘ imidazolidinyl urea o similari sono impiegati in formulazioni di uso costante e quotidiano proprio per prodotti che impieghiamo per il benessere della persona!
Quindi se va bene, l’esposizione alla formaldeide, anche a bassissime dosi, può determinare ipersensibilità e irritazioni cutanee anche a distanza di tempo o reazioni allergiche e dermatiti da contatto attraverso l’uso di cosmetici o tessuti mentre a dosi più elevate è cancerogena. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, dopo esiti su studi condotti, ha inserito la formaldeide nella categoria – cancerogena per l’uomo – classe 1 IARC. La formaldeide è stata annoverata tra i responsabili dei tumori nasofaringei e potenziale coinvolgimento nello sviluppo delle leucemie. La formaldeide di origine esogena si accumula nei tessuti soprattutto delle vie aeree superiori causando delle alterazioni cellulari e danni al DNA.
La terapia, la cosmesi, l’igiene, la produzione del cibo e l’ambiente sono letteralmente invasi da prodotti chimici. La massiccia presenza di questi prodotti chimici è connessa a effetti collaterali e danni da conoscere per poter attuare strategie tese a ridurre il loro impatto sulla salute. Conoscere i prodotti chimici consente ai consumatori di minimizzare quando e se possibile il loro impatto sulla salute e sul benessere della persona e dell’ambiente. La qualità di vita dipende ogni giorno di più dalla capacità culturale del singolo soggetto per riconoscere in che modo egli è esposto alla chimica, soprattutto quella dannosa, consentendogli un minimo di autodifesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri.