Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 6 pag. 173 e 174 somministrazione

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Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 6 pag. 173 e 174

somministrazione

Dunque il modello bioimpedenziometrico, permette tramite una verifica strumentale di studiare i rimedi in relazione agli agopunti. Il risultato di questa ricerca, comporta una maggiore conoscenza del rimedio omeopatico, in relazione al comportamento elettrofisiologico degli agopunti e meridiani.

Il prooving bioimpedenziometrico, necessita la somministrazione orale del rimedio e verifiche dell’alterazione di resistenza elettrica a latenza temporale multipla. Si intende che le alterazioni della resistenza elettrica, devono essere verificate subito dopo la somministrazione e a ulteriori intervalli temporali. Il modello di test bioimpedenziometrico, è un modello ideale per il complesso lavoro di ricerca, necessario alla compilazione del COE.
Questo modello di ricerca, permette di integrare dati che possono non comparire nella Materia Medica e nei Repertori.
Tali banche dati, sono state compilate nel tempo da generazioni di omeopati e le informazioni necessarie per le qualificazioni secondo MTC, possono non essere state osservate perché la finalità del lavoro era diversamente orientata.

Le lacune informative, sono soprattutto nei rimedi cosiddetti minori, ovvero quelli con scarsa Materia Medica. A torto del temine “minore” che ne svaluta pregiudizialmente il valore, i rimedi “minori” possono essere di eminente significato in medicina. La mancanza di dati può essere colmata da ricerche tramite il modello bioimpedenziometrico. I dati conosciuti e derivanti dall’applicazione delle convenzioni di valore di MTC all’agopunto, possono essere trasferiti al rimedio studiato, quando la reattività elettrofisiologia, si mostra coerente.

Inoltre lo studio di un rimedio con un’indagine strumentale, riduce sia la componente soggettiva di un prooving, sia l’impegno necessario.

Il lavoro di compilazione del COE, ovviamente richiederà tempo e risorse. Sarà opportuno che nei gruppi di ricerca, siano presenti contemporaneamente omeopati e agopuntori. Infatti, per l’integrazione dei metodi è necessaria la confluenza di competenze specifiche.

Alla compilazione del COE, devono concorrere una serie di ulteriori informazioni di provenienza scientifica. I dati conosciuti di una determinata sostanza, a livello chimico, fisico, biochimico, farmacologico e tossicologico, concorrono a comprendere meglio la sua azione, se applicata su agopunti.
Per esempio l’organotropismo tossicologico della stricnina, è interessante da considerare in relazione alla valutazione per il COE di Nux Vomica. Ma anche dati conoscitivi geologici, botanici o etologici sono importanti. L’analisi del comportamento della formica, fornisce informazioni utili alla compilazione del COE, per il rimedio omeopatico Formica Rufa.

Il COE, deve riassumere le conoscenze del rimedio omeopatico idonee ad impiegarlo insieme all’agopuntura. Pertanto il rimedio omeopatico, deve necessariamente essere descritto secondo le convenzioni di valore della MTC, attribuendo ad ogni rimedio un’influenza qualificata, su precise Orbite Funzionali, nonché sui relativi Campi Emozionali. Il COE, permette precisione nelle associazioni terapeutiche e la iniezione di rimedi omeopatici su agopunti. Tale modalità di lavoro non sarà il risultato dell’esperienza personale di qualche medico virtuoso, ma si baserà su un patrimonio di informazioni, verificate e condivise.
Il COE, rappresenta il vocabolario che permette la comunicazione tra MTC e Omeopatia.

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