Laurilsolfato di sodio – come difendersi dai prodotti chimici
Il Laurilsolfato di sodio è un tensioattivo ampiamente utilizzato nella produzione di dentifrici, shampoo, schiuma da barba e altri prodotti di uso comune per ottenere un effetto schiumogeno. La terapia, la cosmesi, l’igiene, la produzione del cibo e l’ambiente sono letteralmente invasi da prodotti chimici. La massiccia presenza di questi prodotti chimici è connessa a effetti collaterali e danni da conoscere per poter attuare strategie tese a ridurre il loro impatto sulla salute. Il Laurilsolfato di sodio è utilizzato per Il potere schiumogeno, apprezzato dal consumatore per una presunta maggiore efficacia del prodotto, ma irritante e aggressivo sulla pelle e sulle mucose. L’aggressività del Laurilsolfato di sodio si può ridurre con una buona formulazione, impiegando elementi che bilanciano l’azione di questo tensioattivo e riservandone l’impiego ad un uso limitato. Laurilsolfato di sodio esprime però problemi ben maggiori per una sua presunta tossicità sull’uomo e sull’ambiente. Alcune ricerche identificano Laurilsolfato di sodio come una sostanza in grado din interagire con il DNA. Studi su animali evidenziano la capacità a carico del Laurilsolfato di sodio di inibire la sintesi del DNA nonché di possedere un’attività mutagena e teratogena. Questi effetti si sono osservati con la sostanza pura, mentri i prodotti in commercio sono diluiti e contengono percentuali di Laurilsolfato di sodio al di sotto del 20%.
Gli studi sulla relazione tra il Laurilsolfato di sodio e neoplasia sono oggetto di attacchi, opposizione e qualsivoglia altra strategia tesa a impedire un serio approfondimento in merito. Gli interessi economici dei gruppi chimici che impiegano Laurilsolfato di sodio tendono a prevalere sempre sul buon senso e sulla salute pubblica. Anche se non è stato ancora dimostrato che Laurilsolfato di sodio possa determinare il cancro e pertanto il suo uso non è dunque vietato, si consiglia comunque un atteggiamento prudenziale. Anche sostanze che da sole non evidenziano una correlazione con lo scatenamento del cancro, possono esserlo se associati ad altri cofattori decisamente presenti nell’ambiente. Le interazioni tra tossici diversi è certamente un campo della ricerca veramente poco indagato. Un prevenzione della salute seria non consentirebbe comunque l’uso di una sostanza chimica fino al momento in cui è provata la sua tollerabilità biologica. Purtroppo in Europa e in Italia si procede all’ inverso del buon senso, confermando se fosse necessario, che la salute si tutela da soli. La legislazione vigente, se c’è vantaggio economico bastevole, consente infatti di tutto fino al momento in cui è provata la tossicità. L’onere della prova di tossicità è inoltre ostacolato in tutti i modi possibili. In altri paesi non se la cavano certo meglio. La “American Cancer Society” si spinge addirittura a dichiarare il Laurilsolfato di sodio non cancerogeno, precisando che la sostanza, inizia ad essere pericolosa solo ad alte concentrazioni. Una precisazione sibillina e inquietante dal momento che le dosi che il singolo consumatore tollera possono essere molto soggettive.
In relazione al diffuso sospetto che il Laurilsolfato di sodio possa essere pericoloso per l’uomo e per l’ambiente i gruppi industriali che lo valorizzano economicamente hanno comunque attuato strategie tese minimizzare l’impatto sul fatturato e la vendita. Laurilsolfato di sodio compare con sinonimi sui prodotti nei quali è inserito rendendo difficile la identificazione nei prodotti che lo contengono. La problematica delle etichette ingannevoli nei confronti del consumatore è anche impegnata per una disinformazione statistica e nella raccolta dei dati tesa a invalidare le prove di tossicità. Per il consumatore resta pertanto la possibilità di applicare da solo un sano principio di precauzione, leggendo l’etichetta e evitando i prodotti che contengono Laurilsolfato di sodio. Si consiglia inoltre di evitare prodotti che siano schiumosi. La schiuma e l’efficacia di un prodotto non possiedono relazione alcuna. La schiuma compare diffusamente nei prodotti nel secondo dopo guerra come un elemento della pubblicità teso a fidelizzare il consumatore. La schiuma è stata associata nella pubblicità all’ idea di un “mondo pulito”. Questo dimostra come la pubblicità dovrebbe essere generalmente usata invertendo il messaggio. La verità è spesso l’opposto del messaggio pubblicitario. Nella presunzione che il Laurilsolfato di sodio possa comparire in altra dicitura nei prodotti acquistati è opportuno inoltre risciacquare sempre a lungo l’epidermide dalla schiuma dei tensioattivi e di usare prodotti che ne contengono piccole quantità quando non possibile scegliere formulazioni alternative.
Conoscere i prodotti chimici è una cultura necessaria a minimizzare per quanto possibile il loro impatto sulla salute e benessere. La qualità di vita dipende ogni giorni di più dalla capacità culturale del singolo soggetto di conoscere in che modo egli è esposto a chimica, consentendogli un minimo di difesa. Gli alimenti, le terapie, i prodotti per l’igiene e i cosmetici possono essere scelti dal consumatore o paziente con l’obiettivo primario di ridurre carichi impropri dannosi alla salute e di vivere in una corretta relazione con gli altri.
Dott. Fabio Elvio Farello