Libertà di cura e libero arbitrio

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Libertà di cura e libero arbitrio

libertà di cura
libertà di cura

La libertà del paziente di sottoporsi al trattamento di qualsiasi tipo è parte essenziale per la definizione dell’atto medico. Senza la libertà di cura e libertà di curarsi si entra in un territorio in cui i soggetti più forti applicano ciò che ritengono su soggetti più deboli. La libertà di cura e la libertà di curarsi sono parte del libero arbitrio, caratteristica che distingue distingue l’uomo dai suoi precursori  Il libero arbitrio è il concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni essere umano determina tramite scelte il suo destino. Questa visione si contrappone al servo arbitrio o predestinazione per la quale gli esseri umani sono condizionati a non deliberare mai scelte perché ogni loro azione può essere predeterminata da altro. Il concetto di libero arbitrio si applica in campo religioso, etico e scientifico.

In campo medico il servo arbitrio basa i suoi presupposti scientifici sulla immutabilità patrimonio genetico ereditato e comporta nella sua estensione logica  una predistinazione alla malattia. Una volta accettato il servo abritrio in medicina si apre  alla logica secondo la quale, se il malato non sceglie la malattia, altrettanto potrà comportare la cura. Il passo logico successivo è quello di concepire etico o auspicabile obbligare un sofferente o presunto tale alla cura.

Il libero arbitrio in medicina si basa invece sulla unicità e irrepetibilità decisione del singolo nella gestione della sua vita inclusa la sua genetica. La vita si sviluppa nell’evoluzione tramite un confronto costruttivo con innumerevoli conflitti biologici. La soluzione a tali conflitti  rappresenta una disponibilità, una capacità, ma anche una deliberazione del singolo soggetto operante. La possibilità di trovare soluzioni a conflitti configura un’esperienza e capacità anche interiore che evolve sempre ed è pertanto contrapposta alla statica della genetica. Ovviamente l’esperienza  e la capacità non sono solo una facoltà cognitive, ma anche psichice, neurologiche, metaboliche, endocrine e immunitarie. Un essere umano che ha deliberato la sua vita ne dispone ed è in grado di offrire resistenza agli agenti di malattia costruendo in tale senso il suo destino.

Nonostante che a livello filosofico e teologico possa essere interessante un confronto tra libero arbitrio e servo arbitrio, l’ atto medico è tale, solo se si accetta il libero arbitrio. La libertà di cura e la libertà di curarsi possono essere sospese solo nel caso che il malato non sia in grado di esprimersi. In tal caso si provvede al malato per servo arbitrio in attesa che la sua coscienza torni a deliberare. La tendenza crescente a utilizzare i media,  gli istituti di ricerca e personaggi politici per diffondere il messaggio che ad un tipo particolare di cura si possa essere obbligati, desta non poche preoccupazioni. Il servo arbitrio in medicina è stato parte di terribili momenti della storia, dove l’atto medico poteva essere imposto, se coincideva con quel benessere della collettività  che interpretavano i governi. Le pagine più buie per l’umanità coincidono con tale deprecabile compromesso tra atto medico e ragion di stato. Si spera di cuore nell’interesse di tutti che dalla storia si possa trarre insegnamento e costruire in tal modo una società migliore di quelle che ci hanno preceduto.

 

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